Questo Blog nasce con l'intento di promuovere e difendere il diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale, come fondamento di tutti i diritti umani e quindi della democrazia e, già ampiamente, di dibattere i temi della ricerca scientifica per quanto attiene alle ricadute sulla vita dell’uomo e della società.



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mercoledì 3 dicembre 2008

Mons. Fisichella - 27 novembre 2008

17:02 - CASO ENGLARO: MONS. FISICHELLA, "UNA LEGGE SUL FINE VITA AL DI LÀ DI VISIONI IDEOLOGICHE" "Ci auguriamo una legge sul fine vita il più possibile partecipata da tutto il Parlamento, indipendentemente dall'essere laici o cattolici". Lo ha detto mons. Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, inaugurando oggi il Master in Bioetica dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. "I problemi della bioetica sono sul tavolo di molti parlamenti - ha ricordato il relatore - non solo in Italia, dove si sta preparando una legge che regoli la fine della vita, che dovrebbe riguardare la dignità di ogni persona nel momento decisivo della propria esistenza". L'auspicio di mons. Fisichella è che la legge sul fine vita "vada al di là di ogni visione ideologica, e sappia puntare al bene di tutti". Interpellato sul testamento biologico, l'esponente vaticano lo ha definito "una provocazione a porsi di fronte al problema della fine della propria vita". Se, però, ha spiegato, "è un diritto della persona poter esprimere la propria volontà, non è un atto libero quello di dover domandare un atto di eutanasia".
17:25 - CASO ENGLARO: MONS. FISICHELLA, "UNA LEGGE SUL FINE VITA AL DI LÀ DI VISIONI IDEOLOGICHE" (2) Riferendosi, poi, specificatamente al caso Englaro, mons. Fisichella ha invitato a chiedersi "quale informazione" venga data dai media: "La gente - ha osservato il relatore - dice 'staccategli la spina' perché ha ancora davanti agli occhi il caso Welby. Ma Eluana respira da sola, non è attaccata a nessuna macchina, si addormenta la sera e si risveglia la mattina, probabilmente sogna. Eppure c'è chi parla di lei come 'un sacco di patate', come ho letto su un grande quotidiano nazionale". Come altre tremila persone in Italia, inoltre, Eluana viene nutrita attraverso un sondino: "Certo che è un'azione chirurgica - ha detto mons. Fisichella - ma il problema non è il sondino, bensì cosa gli metti nel sondino: se sono medicine è accanimento terapeutico, ma visto che gli si dà solo da mangiare e da bere, non possiamo parlare di terapia". Soffermandosi ancora sulla differenza tra il caso Welby e il caso Englaro, il vescovo ha ricordato che quello di Welby "era un caso già di un malato terminale, e in questi casi dal punto di vista medico bisogna capire e valutare se la cura è proporzionale allo stato di salute del paziente o se si tratta di un accanimento terapeutico". L'altra questione, sempre per il caso Welby, riguarda per mons. Fisichella "la strumentalizzazione politica: si è voluto in tutti i modi esprimere un giudizio riguardo alla liceità del suicidio, e dell'eutanasia come diritto di una persona che lo Stato doveva riconoscere".