Questo Blog nasce con l'intento di promuovere e difendere il diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale, come fondamento di tutti i diritti umani e quindi della democrazia e, già ampiamente, di dibattere i temi della ricerca scientifica per quanto attiene alle ricadute sulla vita dell’uomo e della società.



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lunedì 20 aprile 2009

SCIENZA & VITA: MILLE INCONTRI DI POPOLOPER AMARE LA VITA FINO ALLA FINE

Uno, cento, mille incontri in ogni angolo d’Italia per prendere coscienza sui valori in gioco nella fase finale della vita, che non è mai disponibile ed è sempre unica e irripetibile. E’ questo l’impegno assunto dai presidenti delle associazioni locali di Scienza & Vita convocati d’urgenza a Roma per approfondire il contenuto del Manifesto “Liberi per Vivere”, lanciato il 20 marzo scorso e sottoscritto da 41 associazioni, movimenti e nuove realtà ecclesiali. “Il Manifesto costituisce la base di partenza per una grande operazione di coscientizzazione popolare – ha precisato Maria Luisa Di Pietro, presidente dell’associazione – con la quale vogliamo rimettere al centro la persona umana con tutte le sue fragilità e particolarmente nella fase finale della vita. Per farlo diciamo tre sì e tre no molto impegnativi, ma sapremo motivarli nel discorso pubblico sulla base della ragione”. Ecco i tre grandi sì: alla vita, alla medicina palliativa, ad accrescere e umanizzare l’assistenza ai malati e agli anziani. Ed ecco i tre grandi no: all’eutanasia, all’accanimento terapeutico e all’abbandono di chi è più fragile. Tutto questo sarà oggetto – precisa Scienza & Vita – di una grande campagna di formazione e informazione che vedrà il moltiplicarsi di incontri in tutta Italia, ma anche la diffusione di milioni di dépliant che raggiungeranno tutti i cittadini e tutte le famiglie attraverso la straordinaria rete costituita da associazioni e movimenti che hanno aderito al Manifesto valoriale. Il cui sottotitolo – conclude Scienza & Vita – reca in sé anche la “mission”: amare la vita fino alla fine.

LIBERI PER VIVERE. Amare la Vita, fino alla fine.

L’uomo è per la vita. Tutto in noi spinge verso la vita, condizione indispensabile per amare, sperare e godere della libertà. Il dramma della sofferenza e la paura della morte non possono oscurare questa evidenza. Chi sta male, infatti, chiede soprattutto di non essere lasciato solo, di essere curato e accudito con benevolenza, di essere amato fino alla fine. Anche in situazioni drammatiche, chiedere la morte è sempre l’espressione di un bisogno estremo d’amore; solo uno sguardo parziale può interpretare il disagio dei malati e dei disabili come un rifiuto della vita. Persino nelle condizioni più gravi ciò che la persona trasmette in termini affettivi, simbolici, spirituali ha una straordinaria importanza e tocca le corde più profonde del cuore umano.Certo, la possibilità di levar la mano contro di sé, di rinunciare intenzionalmente a vivere, c’è sempre stata nella storia dell’umanità; ma in nessun popolo è esistita la pretesa che questa tragica possibilità fosse elevata al rango di diritto, di un “diritto di morire”, che il singolo potesse rivendicare come proprio nei confronti della società.


La persona umana, del resto, si sviluppa in una fitta rete di relazioni personali che contribuiscono a costruire la sua identità unica e la sua irripetibile biografia. Troncare tale rete è un’ingiustizia verso tutti e un danno per tutti. Teorizzare la morte come “diritto di libertà” finisce inevitabilmente per ferire la libertà degli altri e ancor più il senso della comunità umana. Per chi crede, poi, la vitaè un dono di Dio che precede ogni altro suo dono e supera l’esistenza umana; come tale non è disponibile, e va custodito fino alla fine.

Esistono malattie inguaribili, ma non esistono malattie incurabili: la condivisione della fragilità restituisce a chi soffre la fiducia e il coraggio a chi si prende cura dei sofferenti.La vera libertà per tutti, credenti e non credenti, è quella di scegliere a favore della vita, perché solo così è possibile costruire il vero bene delle persone e della società.


Per questo sentiamo di dover dire con chiarezza


tre grandi SÌ:

• SÌ alla vita

• SÌ alla medicina palliativa

• SÌ ad accrescere e umanizzare l’assistenza ai malati e agli anzianie


tre grandi NO:

• NO all’eutanasia

• NO all’accanimento terapeutico

• NO all’abbandono di chi è più fragile


Come cittadini sappiamo che la nostra Costituzione difende i diritti umani non già come principi astratti, ma come il presupposto concreto della nostra vita che è nello stesso tempo fisica e psichica, privata e pubblica. Mai come oggi la civiltà si misura dalla cura che, senza differenze tra persone, viene riservata a quanti sono anziani, malati o non autosufficienti.


Occorre in ogni modo evitare di aggiungere pena a pena, ma anche insicurezza ad insicurezza.Chiediamo che le persone più deboli siano efficacemente aiutate a vivere e non a morire, a vivere con dignità, non a morire per falsa pietà.


Solo amando la vita di ciascuno fino alla fine c’è speranza di futuro per tutti.

martedì 14 aprile 2009

SCIENZA & VITA: LA LEGGE 40 E’ COLPITA MA L’IMPIANTO GENERALE RESTA INTATTO

La Legge 40 ha subito un collasso? Certamente no. E’ questo il giudizio dell’Associazione Scienza & Vita all’indomani della sentenza della Corte costituzionale che ha accolto parzialmente i ricorsi mossi contro la Legge 40. Nei fatti, in attesa della lettura delle motivazioni della sentenza che consentiranno di esprimere un giudizio più ponderato, l’Associazione Scienza & Vita, che nel referendum ha guidato il fronte astensionista, osserva che i pilastri della legge sono ancora, alla prova dei fatti, quasi tutti ben saldi. Di sicuro, Scienza & Vita è innegabilmente preoccupata della possibilità che la sentenza ha aperto per la creazione di un nuovo numero illimitato di embrioni il cui destino appare incerto e per le gravi conseguenze che la necessaria iperstimolazione ovarica avrà sulla salute delle donne. L’associazione si dice comunque certa che il continuo affinamento delle tecniche, la rinnovata professionalità dei centri di Pma italiani e la crescente coscienza degli operatori del settore, argineranno le alterazioni causate da questa ferita inferta all’impianto primigenio della legge. Una “ferita” voluta in maniera pretestuosa anche contro ogni evidenza scientifica e contro i dati diffusi dal ministero del Welfare relativamente all’applicazione della Legge 40 nel 2007. Si auspica – conclude Scienza & Vita – che da parte del ministero del Welfare vi sia un intervento deciso, anche attraverso le linee guida, finalizzato ad eliminare ogni possibile ambiguità e ad operare una radicale limitazione del danno, fatto salvo l’impianto garantista della legge nei confronti sia dell’embrione sia della donna.