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mercoledì 24 giugno 2009

I mass media e il caos relativistico: causa ed effetto

L’uomo, essere sociale per natura, dovrebbe riflettere più seriamente sulle problematiche etiche collegate all’esercizio della sua predisposizione alla socialità. Uno degli strumenti per accrescere la socializzazione (ma non sempre per migliorarla) è la diffusione mass mediatica, strumento mediante il quale avvengono processi di mediazione simbolica in una data comunità di utenti. I mass media sono l’insieme dei mezzi di comunicazione attraverso cui è possibile diffondere un messaggio ad un pubblico vasto ed indifferenziato. Ormai si può constatare che la comunicazione sia diventato un vero e proprio “strumento di potere” sull’orientamento della popolazione.Inoltre l’avvento della pubblicità - inteso come servizio informativo che l’azienda offre al fruitore, a beneficio dello stesso, in realtà dell’azienda stessa - ha iniziato a cambiare il percorso e la mission dello strumento “mass-media”.Il servizio d’informazione, per larga parte identificabile con quello giornalistico, nasce come strumento per la ricerca della verità. Strumento per quella libertà d’informazione onesta e trasparente, che dovrebbe tenere informata la società sull’andamento degli avvenimenti.La pubblicità, invece, come mezzo commerciale, va ad informare il singolo sulla molteplicità di prodotti acquistabili, evidenziandone soltanto le caratteristiche positive, i possibili vantaggi.Ad oggi è facile constatare che il servizio d’informazione si è convertito in un servizio pubblicitario di parte, idealistico. Non si persegue più l’onesta e sincera ricerca della verità, bensì la manipolazione della stessa per migliorare la visibilità di chi ha il maggior potere sull’orientamento dell’informazione. Il risultato è l’orientamento, la manipolazione della popolazione secondo i criteri ideologici di chi, in quel momento, ha più potere, più peso economico. Così, la commistione delle due diverse modalità di comunicazione, quella giornalistica e quella pubblicitaria, ha fatto sì che l’una assorbisse la metodologia dell’altra, stravolgendone le diversità sostanziali.Lo scenario che si presenta è, a mio avviso, alquanto preoccupante. Troviamo una pubblicità che comunica messaggi subliminali, storpiature morali che attaccano i fondamenti della cultura, nonché una considerevole mole di articoli giornalistici che riportano solo verità mediate, di certo snaturate, per favorire un orientamento sociale a discapito di un altro, a seconda della convenienza ideologica.La società, in questo panorama, risulta come intorpidita: sembra che non riesca a reagire e, così stanca, sembra non ricercare più la verità, accontentandosi acriticamente di quella ambigua realtà che gli viene fornita, direi preconfezionata. Così la cultura si sta progressivamente, ma inesorabilmente, modificando. Il rischio, già presente, è il caos relativistico, dei pensieri e dei valori, che facilmente porta ad un’autodistruzione dell’identità della persona, quindi della società stessa.


Emmanuele Di Leo, Presidente di Scienza & Vita di Latina