Questo Blog nasce con l'intento di promuovere e difendere il diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale, come fondamento di tutti i diritti umani e quindi della democrazia e, già ampiamente, di dibattere i temi della ricerca scientifica per quanto attiene alle ricadute sulla vita dell’uomo e della società.



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giovedì 24 aprile 2008

SCIENZA & VITA DI LATINA: 127MILA ABORTI? UN NO ALLA VITA CHE FA MALE AL PAESE“





Come cittadini italiani non riusciamo ad essere soddisfatti della riduzione degli aborti a ‘soli’ 127mila. Forse a qualcuno, ma non a noi, sfugge che si tratta di 127mila esseri umani a cui è stata negata la possibilità di nascere”. Così l’Associazione Scienza & Vita di Latina reagisce alla diffusione dei dati contenuti nella relazione annuale sull’attuazione della legge 194. “Senza dire - aggiunge l’Associazione - che dietro quelle migliaia di aborti (il 2,9% del totale) che si realizzano dopo i 90 giorni, con ogni probabilità si annida una scelta eugenetica, causata da una malattia o da una malformazione del feto. Pensate al solo fatto che non nascono più bambini con la sindrome di Down”. “In secondo luogo - sottolinea Scienza & Vita - anche in questa relazione prevale il giudizio, più volte espresso in passato, secondo il quale ‘gli aborti sono diminuiti, dunque la legge funziona’. Un giudizio a dir poco sommario se non cinico, considerata la natura stessa di una legge che oggettivamente sopprime la vita umana. Del resto - prosegue l’Associazione - c’è una ferrea coerenza nel ragionamento del ministro Turco, laddove afferma che l’unico valore etico da difendere è la salute della donna. Al ministro chiediamo: ma l’embrione non merita tutela?”. “Infine è interessante - conclude Scienza & Vita - il dato sull’obiezione di coscienza e come questa sia cresciuta tanto al Sud quanto in alcune aree del Nord. Ora, questa scelta viene fatta sempre più non solo dai ginecologi, ma anche da parte degli anestesisti e del personale non medico. A noi appare evidente che, per tutti questi soggetti, la misura ormai sia colma e che sia sempre più difficile e problematico chiedere o pretendere prestazioni professionali che violino il principio della difesa della vita. Forse sta maturando la convinzione che il no alla vita, mediante l’aborto, faccia davvero male al Paese”.